Arte romana

Secondo la tradizione, Roma venne fondata nel 753 avanti Cristo. Nei primi 5 secoli della sua storia, corrispondenti all'età monarchica e repubblicana, Roma si affermò come potenza militare, dandosi ordinamenti politici, sociali, religiosi, senza produrre opere d'arte. In questi 500 anni, le opere che si trovavano a Roma non erano romane, ma erano importate o conquistate. Gli artisti che operavano a Roma erano soprattutto Etruschi e Greci.

La cultura si sviluppò lentamente e la lingua latina comparve molto tardi. Inizialmente i romani erano una mescolanza di popoli con origini diverse. Inizialmente tutto ciò che non aveva immediatamente scopi pratici era disprezzato dai Romani, per questo i più antichi cittadini romani si dedicarono all'arte raramente.

I primi testi scritti erano contratti, fatture, documenti e servivano a scopi puramente pratici. Poi nel corso dei secoli si iniziò a scrivere lettere e trattati, fino a che per ultima compare la letteratura vera e propria.

Man mano che i romani entrano in contatto con popoli più evoluti incominciano a rendersi conto dell'importanza delle arti.

Nella storia romana si possono distinguere tre periodi fondamentali:

  • Periodo Monarchico o Regio

  • Età Repubblicana

  • Età Imperiale

Il periodo monarchico o regio

Il periodo monarchico va dalla fondazione di Roma, nell'VIII secolo a.C fino alla cacciata del settimo re, etrusco, Tarquinio il Superbo alla fine del VI secolo a.C.

In questo periodo un'arte romana vera e propria ancora non esisteva e non venivano prodotti oggetti artistici dai romani.


L'età repubblicana

Dal 509 al I secolo avanti Cristo Roma attraversò l'età repubblicana.

Fino al V secolo a. C., periodo di regressione economica e culturale, la produzione artistica si limitava alla realizzazione di pochi prodotti, in genere molto rozzi o opere di imitazione etrusca o greca. Le arti figurative assolvevano funzioni pubbliche, religiose o politiche ed erano utili a tutti; seguivano un ideale di austerità.

Le prime sculture che comparvero nella Roma repubblicana furono rilievi o statue con carattere funerario o celebrativo. Si trattava soprattutto di sculture che rappresentavano divinità domestiche, come i Lari, considerati protettori delle famiglie.

Artisti etruschi furono commissionati per realizzare le prime statue onorarie con ritratti di cittadini illustri considerati come modello di virtù per il popolo e i ritratti funerari. Uno degli esempi più noti è il Bruto capitolino.

Dal IV secolo a. C. aprirono le prime botteghe artigianali con maestri specializzati, soprattutto nella lavorazione del bronzo e della ceramica. Giunsero a Roma artisti greci, che aprirono le loro botteghe e produssero opere più raffinate di stile ellenistico.

Nello stesso momento, Roma iniziò la sua espansione, conquistando nuovi territori. Quindi affluiscono a Roma opere dai paesi conquistati come bottini di guerra portati dai condottieri vittoriosi. Gradualmente si diffuse la moda dell'accumulo di opere e oggetti d'arte che portò alle prime forme di collezionismo: possedere opere d'arte diventò un motivo di prestigio per le famiglie ricche e nobili. Per lo stesso motivo si produssero molte copie di opere greche.

Anche i templi cominciano a riempirsi di sculture, anche se si tratta spesso di statue di divinità provenienti dai paesi di conquista, a cui i romani cambiarono il nome.

Il valore che i Romani attribuivano alle opere d'arte che affluirono a Roma in misura sempre maggiore era molto particolare:

  • venivano considerate semplici trofei di guerra,

  • assumevano un significato religioso (es. le statue di divinità)

  • assumevano un significato simbolico (come ad esempio la Lupa capitolina, opera etrusca, ma conservata per la sua tradizione di simbolo di Roma).

Nel 212 a.C. vennero conquistate la ricchissima città di Siracusa e quelle di Taranto e Capua. Roma avviò la conquista della Magna Grecia e dell'Asia Minore. Ciò determinò un enorme afflusso di opere e artisti, soprattutto greci, a Roma.

Le opere d'arte greche cominciarono ad essere considerate oggetti di lusso, possederle o servirsi di artisti greci diventò indice di ricchezza e prestigio sociale. Si diffuse sempre più l'uso di decorare le case e i giardini patrizi con opere d'arte, finché si arrivò al commercio, al mercato dell'arte, trattato da amatori e collezionisti.

Per i romani più tradizionalisti continuava ancora, però, il pregiudizio sull'arte e sul suo potere di corruzione dei costumi.

L'ultimo secolo dell'età repubblicana, con l'inizio della conquista di Cartagine (conclusiva delle guerre puniche) e le guerre civili, fu il periodo in cui si formò l'arte tipicamente romana. Si iniziarono a produrre ritratti di personaggi celebri e rilievi storici in cui venivano rappresentate soprattutto imprese di guerra. Lo stile era molto realistico.


L'età imperiale

L'Età imperiale va dal I secolo a. C. al IV secolo d.C. inizia precisamente il 31 a. C., con l'imperatore Augusto, che avviò un periodo di grande sviluppo economico e culturale, oltre che politico e militare (l'impero di Roma conquistò tutto il mediterraneo).

Gli imperatori promossero una imponente diffusione di tutte le arti: pittura, scultura architettura; è il momento delle opere più grandiose. Nell'architettura si usava molto il marmo e i materiali preziosi. I più famosi monumenti romani corrispondono all'età imperiale.

Il concetto di decoro inteso come apparenza, potere, ricchezza, ma anche cultura, sapienza, caratterizzò questo periodo e alla fine superò quello di austerità, tipico delle fasi iniziali della storia di Roma.

Comunque, in generale, scultura e pittura furono spesso affidate a schiavi o comunque ad artisti solitamente appartenenti ai popoli vinti, perché considerate attività manuali, indegne di un cittadino romano. Sono spesso, infatti, opere anonime.