AIELLO DEL SABATO

1944: donne di Aiello con una ausiliaria americana 

Il lembo svizzero dell'Irpinia





La mia storia


Ammantato di verde, mi definiscono anche "piccolo lembo della Svizzera". 

A causa della scarsità di fonti storiche antiche, non è possibile conoscere in maniera certa l'origine della mia storia. 

Il mio territorio è così ricco di acqua e di terreno coltivabile che non poteva sfuggire, né poteva sottrarsi, alla valorizzazione da parte degli uomini della preistoria.

Secondo la tradizione storica sarei stata fondata da Sabatio, figlio di Clus, nipote di Cam e pronipote di Noè. Sabatio mi avrebbe dato il nome in suo onore e mi chiamai inizialmente Sabhata e poi Sabatia.

Così anche al fiume che nasce dalle mie terre fu dato lo stesso nome.

I miei originari abitanti furono poi travolti e sottomessi dalle tribù italiche dell’Appennino centrale, cioè dagli lrpini, che si attestarono in posizione dominante lungo il corso del fiume Sabato. 

La  popolazione preesistente, sopravvissuta in pacifica convivenza con gli uomini della colonizzazione irpina, occupò in ogni caso i terreni più fertili, con numerosi piccoli centri abitati, come il mio. Divenni presto capitale dei Sanniti Irpini, detti Sabatini, che dal 200 a.C. si stanziarono anche in Lucania, dando luogo alla civiltà irpino-sannita.

Come tutti i paesini collocati nei dintorni di Avellino, divenni una piccola fattoria romana (o villa) e poi progressivamente un casale.

Mi ingrandii a seguito del trasferimento nelle mie terre di molti cittadini in fuga dalla vicina Abellinum, a causa dell'invasione dei Longobardi. Nel periodo feudale, cioè verso la fine del potere longobardo e soprattutto con i Normanni, acquistai una amministrazione autonoma e iniziai a comparire con nome distinto nei documenti pubblici. 

Aiello è un toponimo derivato da agellus, col significato nel latino classico di "piccola estensione di terra coltivata", in contrapposizione al terreno boscoso, che circonda il mio originario centro abitato, nella zona collinare di Forino, Candida, Montefalcione e Montemiletto, ricca di pascolo per il bestiame (“nemus Corilianum”). Tutta la zona del “nemus Corilianum” fu considerata, dal tempo di Federico II in avanti, una difesa e per questo motivo faceva parte del demanio pubblico. 

La prima fonte storica che mi riguarda risale al 1045, quando facevo parte, quale bene pubblico, della contea di Avellino, come feudo del chierico Rodelferio, della famiglia Caracciolo-Rossi dei Principi di Avellino. Venivo allora chiamato Casale di Aiello.

ln seguito fui soggetta ai feudatari di Atripalda e precisamente a Gesualdo (1160), Capece di Serpico (1184), Guido da Monfort (1269), Bernardo Scillato (1285), Filippo Stendardo (1310), Roccapianola (1420), Raimondo Orsini, Conte di Nola (1462), Orso Orsini (1500), Conte Castriota di Atripalda (1513), il genero di Ferrante Caracciolo (1557), Pallavicino di Genova (1559), di nuovo i Caracciolo (1564) con i discendenti fino al 1806.

Diventai Comune di Aiello con l’Unità d’Italia nel 1861 e con Regio Decreto del 22 gennaio 1863, mi fu aggiunto l'appellativo "del Sabato" in ossequio alla tradizione sulle mie origini.





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